venerdì 8 ottobre 2010

Parole

Ci sono certe cose - certe cose scritte intendo - che suonano male. Vi siete mai chiesti perché?
Grammaticalmente corrette, sintassi adeguata e un filo logico comprensibile ... eppure stonano.
È come se quelle parole fossero state sbattute lì a forza, abusate, aggredite, sfruttate e incatenate al foglio senza alcun riguardo. È come se colui (o colei) che ha scritto questa 'cosa', l'avesse fatto NON per il reale bisogno di scrivere, ma perché è sua opinione che le parole siano semplici tracce nere su una superficie bianca, scarabocchi privi d'anima e senza potere, vittime e schiave dello scrittore che può rigirarle a suo piacimento, dando loro la forma che più gradisce, martiri del capriccio di un pomposo giocoliere di sillabe ...
[Illusi.]
Secondo me - è il mio modesto parere, non mi ereggo a enunciatrice di verità assolute - per poter usufruire di esse in totale pienezza, bisogna per prima cosa esser coscienti del reale potere delle parole: plasmano il mondo, corrompono anime, sciolgono cuori, distruggono un uomo. L'intera umanità è fondata sulla potenza della parola, le ere, gli anni, gli imperi sono crollati sotto la forza incontrastabile di una parola di troppo, un sospiro sfuggito a mezze labbra, qualcosa che non doveva essere detto ma che è riuscito ad essere pronunciato da labbra meno attente perché, si sa, le parole non hanno padrone, sono curve e spigoli selvaggi, basta una distrazione ed escono da sole, incontrollabile e bramose di essere dette e ascoltate.
Quindi potete capire la sofferenza di una parola che viene incatenata ad una pagina con la forza, una parola sputata e spogliata della sua dignità e della sua libertà, una parola priva del rispetto che le si dovrebbe portare in quanto TU la stai usando per dare voce ai tuoi pensieri che altrimenti resterebbero taciuti e inconfessati. Muti.
Nel momento in cui si decide di scrivere qualcosa, bisogna essere consapevoli di stare per violare un qualcosa di sacro, di utilizzare un linguaggio quasi divino e dalla forza spaventosa. Le parole rendono malleabile il mondo; una dote meravigliosa e terribile allo stesso tempo.
Uno scrittore è costantemente a caccia di parole e sa che ogni volta che metterà mano alla penna, sarà una lotta con creature antiche e potenti, creature che esistevano ancora prima che l'uomo le pronunciasse per la prima volta.

Ecco perché alcune cose suonano stonate, anche se le parole sembrano apparentemente stare dove dovrebbero stare.
Il punto è proprio qua. Le parole stanno e staranno sempre dove vorranno stare. Solo abili cacciatori e addestratori di parole, rispettosi della loro potenza e cauti nei confronti di tanta forza, saranno capaci di domarle e convincerle e a posarsi dove vogliono.
Solo allora avranno significato: quando le parole staranno esattamente dove vogliono essere.


*** 
Moony

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