lunedì 6 settembre 2010

L’albatro

Spesso, per divertirsi, le ciurme 
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini, 
che seguono, compagni di viaggio pigri, 
il veliero che scivola sugli amari abissi. 
E li hanno appena deposti sul ponte, 
che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi, 
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide 
come remi ai loro fianchi. 
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero! 
Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto! 
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa, 
un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava! 
Il poeta è come il principe delle nuvole 
Che abituato alla tempesta ride dell’arciere; 
esiliato sulla terra fra gli scherni, 
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.



-
Ho studiato questa poesia a scuola. La mia professoressa di italiano è sempre stata bravissima a leggerci le poesie. Oggi sembrava quasi che cullasse le parole, che le domasse... ho sempre ammirato quel suo modo naturale di far scivolare quelle sillabe dispettose tra le labbra. Questa è una caratteristica che, purtroppo, ancora mi manca: un po' per timidezza, un po' per una dizione errata... tendo a impaperarmi, a balbettare e a pigolare, quando sono costretta a leggere un testo ad alta voce.
Eppure, per un qualche scherzo del destino, il mio sogno è fare la scrittrice/cantastorie; buffo, vero?
Cioè, sullo scrivere ci siamo. Perfetto. Non ho alcun problema a scrivere, la timidezza non mi blocca, il mio tono di voce è ininfluente e la mia dizione non danneggia minimamente le parole scritte nero su bianco...
però. 
Be', è più che ovvio che il vero problema è quella parolina dopo lo slash, no? Cantastorie. Si presuppone che un cantastorie sappia parlare in pubblico, possieda una buona dizione e non abbia problemi di timidezza. Io sono sprovvista di tutte queste caratteristiche. 
A causa di ciò, ho deciso di frequentare un corso di recitazione, nonostante ancora non ne abbia trovato uno adatto a me. Ne ho individuati diversi, ma alcuni sono a numero chiuso (e anche se riuscissi ad entrare, mi sembrerebbe ingiusto occupare un posto che poteva essere preso da una persona che VUOLE fare l'attore), altri SOLO per attori, altri ancora sono dei corsi tenuti da delle vere e proprie scuole di recitazione... insomma, come avrete  potuto capire non è affatto facile trovare un dannatissimo corso di recitazione nella mia città. 
Forse lo sapete già, forse no, ma io sono di Palermo e qui è già tanto che ci siano QUESTI corsi.
Sta di fatto che, accidenti, mi piacerebbe da impazzire trovarne uno che possa frequentare anche io. (Aggiornamento del 27 Aprile 2012: ho trovato l'insegnante perfetta per me e lavoro con lei da un anno e mezzo. Dovrò ringraziare Palermo, per questo. Città piena di sorprese.)
Per esempio, avevo trovato un annuncio che parlava di un corso aperto a tutti, anche a persone senza esperienze in campo recitativo, persone che volevano semplicemente ampliare i loro orizzonti e sperimentare un altro modo per esprimere loro stessi.
Ecco. Perfetto! Mi sono detta io. 
Peccato che questo corso sia stato tenuto un anno fa.
Non avete idea di quanto ci sia rimasta male ...


Ho fatto un discorso immenso e ancora non ho toccato il punto della questione.
La questione, ecco, è che Baudelaire aveva proprio ragione. Mi considero una specie di artista o - per evitare di utilizzare un titolo del genere impropriamente - un'aspirante tale. 
La nostra stessa arte però, colei che ci fornisce le grandi ali con cui sorvoliamo l'umanità... è quella che ci rende goffi e impacciati una volta a terra. Siamo i padroni incontrastati dei cieli, voliamo osservando il resto del mondo da un punto di vista privilegiato, non per sentirci superiori a qualcun altro, ma per il puro piacere del volo, della scoperta, con un'alternanza di picchiate mozzafiato e voli a 10mila metri d'altezza... e nel momento in cui torniamo con i piedi per terra, queste stesse ali ci finiscono tra i piedi. Inciampiamo, incespichiamo, zoppichiamo e avanziamo goffamente su un terreno che non ci appartiene più, che ci è estraneo. Le nostre grandi ali sono l'ostacolo che ci trasforma in alieni nel nostro stesso pianeta. 
Una volta tirate queste conclusioni, una persona qualunque, qualcuno che non inciampa sulle sue ali, direbbe 'Be', allora perché non le tagliate? Perché non ve ne liberate?'. Magari siamo lì-lì per dire 'ehi, cazzo, hai ragione!', poi decidiamo di fare un ultimo volo... ed eccoci di nuovo.
Padroni dei cieli, re e regine di un regno a cui molti non hanno accesso, sovrani di un mondo dai contorni sfocati e indefiniti, governanti di una terra per molti inesplorata e impossibile da mappare, una terra che muta e si trasforma ogni volta che uno di noi albatri batte le ali.
Il piacere è così intenso che ci ripaga di ogni caduta avuta sulla terraferma. Torniamo giù, planando con dolcezza e cercando di atterrare il più lentamente possibile, per goderci ancora quegli ultimi battiti d'ali e infine, con rimpianto, tocchiamo terra.
Avanziamo, incespichiamo, zoppichiamo, inciampiamo, pensiamo di rinunciare... e siamo di nuovo in aria per il nostro ultimo volo. E a quel punto penserete 'Se sapete già di non riuscire a rinunciare una volta in cielo, perché vi ostinate a volare ancora?'.
Vi svelo un segreto: ognuno di noi sa perfettamente che una volta lassù l'estasi sarà talmente irresistibile da diventare incapaci di rinunciarvi... ed ecco perché quando pensiamo di farlo, decidiamo di volare. Perché dentro di noi, nel nostro cuore di albatro, sappiamo perfettamente di non poter dire addio ai nostri estatici voli. 
Sappiamo perfettamente che prima o poi, per vizio, per debolezza o per natura, torneremo ancora a battere le ali.





***

Moony

Forse per questo siamo così nostalgici. 
Viviamo sempre sull'orlo dell'ultimo volo.
È un po' come vivere costantemente un
Addio.

1 commento:

  1. Meraviglia.
    Le tue parole sono pura meraviglia che accarezza e addolcisce ogni cosa.
    Purtroppo questa sera non sono in vena di commenti esaurienti (strano, eh?), ma non posso non complimentarmi COME SEMPRE.
    La tua scrittura è una melodia armoniosa che ti cattura e ti racchiude all'interno di un sogno.

    Ooh, anche a me piacerebbe un sacco frequentare un corso di recitazione. E, come te, non riesco ad avere una buona dizione. Sono terribilmente timida e, ancora peggio, non riesco a parlare. Finchè si tratta di curiosità o pettegolezzi con persone che conosco da sempre, ok. Quando devo intavolare un discorso serio o spiegare qualcosa.. non ci riesco.
    Ora che ci penso, l'hai letto nel "Part of me", il finto intervento xD
    Quindi mi fermo qui. Questa sera le parole sembrano sfuggirmi.

    Milla.

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